Sotto paga! Non si paga!
Di Dario Fo
Regia di Dario Fo
Cast : Marina Massironi, Antonio Catania, Marina De Juli, Renato Marchetti, Sergio Valastro.
Produzioni Cherestani.
Genere : Commedia in due atti
Durata : 120 minuti
Teatro G.B. Pergolesi
Sabato 05 febbraio ore 21.00
Depositario dell’amarezza del tempo in cui fu concepito, lo spettacolo ideato e diretto da Dario Fo torna in tournée, mettendo in dialogo il testo del passato con il presente e rivelando evidenti ed inattese affinità con l’attuale situazione economica del nostro paese.
TRAMA :
Raccontavamo di donne che nella periferia di Milano, andando a fare la spesa, si ritrovavano con i costi aumentati a dismisura e, furenti, decidevano di pagare metà prezzo rispetto alla cifra imposta. Quando debuttammo nel 1974, la storia di questa commedia appariva piuttosto surreale: infatti raccontavamo di avvenimenti che non erano ancora accaduti. In sala il pubblico ascoltava molto perplesso, ci guardava come fossimo dei pazzi. Raccontavamo di donne che nella periferia di Milano, andando a fare la spesa, si ritrovavano con i costi aumentati a dismisura e, furenti, decidevano di pagare metà prezzo rispetto alla cifra imposta. Metà prezzo esatto!Il nostro racconto era pura fantasia, ma ci ispiravamo alle lamentele che sentivamo dalle donne per la strada a proposito dell’arbitrio ladresco dei commercianti.Di lì a qualche mese ci rubarono l’idea che avevamo messo in scena nella commedia. La chiave dello spettacolo si ripropose nella realtà con una similitudine impressionante: donne e uomini presero d’assalto due supermercati e pagarono la loro spesa esattamente la metà della cifra che si ritrovarono sullo scontrino. Il nostro copione fu addirittura superato in immaginazione: qualcuno andò via portandosi appresso qualche pacco di riso e qualche bottiglia senza pagare. In molti furono arrestati. Il processo fu istruito in brevissimo tempo. (Dalle note di regia di Dario Fo).
RECENSIONE :
Quando nel lontano 1974 Dario Fo e Franca Rame concepirono e rappresentarono questa commedia le famiglie italiane erano alle prese con il caro vita generato dal fenomeno perverso dell’iperinflazione. Oggi la costante perdita del potere d’acquisto della classe media italiana torna di straordinaria attualità, a causa del rialzo del costo del petrolio e delle speculazioni messe in atto dai commercianti, nel momento dell’introduzione dell’euro. Inoltre i magri bilanci famigliari devono fare i conti con una pesante congiuntura economica, che rende sempre più oneroso il fardello dei mutui ipotecari, nonché con la piaga della delocalizzazione della produzione industriale e l’introduzione del precariato nel mondo del lavoro.
E questo nuovo allestimento, di cui Dario Fo firma unicamente la regia, ripropone come allora la vicenda di alcune casalinghe della periferia di Milano che, non riuscendo più a fronteggiare il rialzo dei prezzi, decidono di fare la spesa al supermercato pagando solo la metà della cifra.
Il palcoscenico diventa pertanto teatro della nostra vita quotidiana, in cui la commedia, pur ricca di situazioni comiche e di divertentissime gag, si rivela anche una coraggiosa denuncia sociale. La forza dell’impianto sta proprio nella lucida alternanza di situazioni assolutamente comiche e scoppiettanti con visioni dolorosamente realistiche, esaltata da interpreti dotati di piacevolissima spontaneità e briosa estrosità. In particolare brillano le stelle di Antonio Catania e Marina Massironi, che costituiscono una coppia di attori ben assortita, dotati l’uno di forte impatto sarcastico e l’altra di scintillante e persino crudele ironia. Nelle loro frasi e nei gesti ristagna un’amarezza acre e pungente mascherata da ridanciana disinvoltura, un acume mordace e sopraffino.
La scenografia è costituita da un’angusta abitazione popolare, su cui si apre e si chiude più volte un ampio pannello in cui è riprodotto Il Quarto Stato di Pellizza Da Volpedo. L’incipit dei due atti è affidato invece a canzoni d’impegno politico tratte dal repertorio storico del regista, la cui denuncia nel dipanarsi della trama mai allenta le maglie della finzione teatrale. Con verve di smaliziata e dissacrante comicità l’anziano premio Nobel ci propone ancora una volta una pièce di teatralità esilarante ed avvolgente che con gioia abbiamo rivisto.
Gian Paolo Grattarola