SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' FALCONARA MARITTIMA (AN) Via Cavour, 6

sabato 9 giugno 2012

CHIUSURA DELLA RAFFINERIA API


COMUNICATO STAMPA

IPOTESI DI SMANTELLAMENTO DELLA RAFFINERIA API
 

            Tutte le persone minimamente informate e dotate di una normale capacità di ragionamento avevano capito da tempo che se l’attività di raffinazione di una raffineria è da più anni in perdita, la raffineria non ha futuro, l’attività viene cessata, e le maestranze vengono licenziate. La possibilità di mantenimento del sito produttivo passa attraverso una riconversione industriale, in cui potranno essere riassorbite le unità necessarie alla nuova attività e se per questa serve una percentuale di lavoratori inferiore, l’eccedenza resta fuori. È matematico.

Tutti lo avevano capito. Tutti tranne:

-   La R.S.U. che chiamava tutti i dipendenti in difesa dei nuovi progetti: Mega centrali e Rigassificatore, perché avrebbero garantito il mantenimento di un’attività in perdita.

-   Il Presidente della Regione Spacca e la sua Giunta;

-   Una maggioranza trasversale nel Consiglio Regionale, che, proprio solo sulla base di quelle fumose promesse, ha autorizzato sia la costruzione della Centrale elettrica, sia quella del Rigassificatore (negato a Porto Recanati perché non era in gioco questa pesante minaccia occupazionale);

-   Il Sindaco Brandoni e la sua Giunta, che hanno sempre preso per oro colato le amene prospettive dell’API, sostenendo senza riserve il suo operato, e accolto con grande soddisfazione qualche contributo, servito a risanare nell’immediato il bilancio, ma non certo regalato: come controparte sono stati chiusi tutti i contenziosi legali, che, nel caso in cui la società fosse stata soccombente, avrebbero portato nelle casse comunali  risarcimenti molto superiori, e avrebbero dimostrato che la città non è di proprietà della famiglia Brachetti Peretti e dei suoi soci.


            Questi illuminati amministratori e rappresentanti dei lavoratori hanno creduto a promesse senza alcun fondamento. Ci hanno creduto o hanno fatto finta di crederci.

            Nel primo caso devono prima di tutto fare ammenda, chiedendo scusa ai lavoratori e ai cittadini, e subito dopo devono mettere fortemente in mora la Società, chiedendo conto degli impegni presi, e poiché non sono stati rispettati, revocare immediatamente l’autorizzazione alla costruzione del rigassificatore. Devono pretendere l’immediata presentazione di un piano di bonifica, con tempi certi e il riassorbimento del maggior numero possibile di dipendenti.

            Inoltre devono aprire un tavolo con le rappresentanze sindacali e la proprietà per chiedere la riconversione del sito alla produzione di tecnologie per le energie rinnovabili, unico futuro possibile sul piano energetico, e per le quali l’API è già in possesso di competenze e capacità.

            Se questi rappresentanti istituzionali e amministratori non dimostreranno da subito il massimo impegno e determinazione per contrastare le decisioni assunte dalla società, dovremo pensare che fino ad ora non sono stati in buona fede, non hanno, sbagliando, creduto alle favole sul mantenimento del livello occupazionale promesso, non hanno perseguito l’interesse dei lavoratori e dei cittadini, e allora dovranno spiegare convincentemente perché hanno assunto posizioni totalmente acritiche nei confronti della società API, facendosene paladini, contro ogni evidenza.


Circolo territoriale SEL Falconara Marittima