SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' FALCONARA MARITTIMA (AN) Via Cavour, 6

giovedì 30 ottobre 2008

BINCI :La convenzione con l’API non autorizza le nuove centrali, il parere del comune e’ solo consultivo.

COMUNICATO STAMPA

La firma della convenzione tra la Giunta di Falconara e l’API, non autorizza nuove centrali, afferma il consigliere regionale di Sinistra democratica Massimo Binci.

E’ un accordo economico che condiziona l’erogazione dei contributi API al parere positivo del Comune sulle nuove centrali.

Si ricorda che il parere espresso dal Comune di Falconara e’ solo consultivo e che tutti i Comuni della Bassa vallesina nonché la Provincia di Ancona e la Regione Marche hanno invece espresso parere contrario rispetto al progetto API , perche’ il Piano Energetico Ambientale Regionale non prevede queste grosse centrali per la produzioni di energia elettrica e l’area e’ già ad elevato rischio di crisi ambientale.

La Giunta regionale e tutta la maggioranza hanno già preannunciato che negheranno l’intesa al Ministero competente a conclusione della procedura di VIA pertanto , ribadisce BINCI, le nuove centrali non si faranno visto il parere contrario obbligatorio e vincolante della Regione.
A chi pensa che la Giunta Brandoni abbia fatto un affare, Binci ricorda che i costi ambientali e sanitari delle nuove centrali, ammonterebbero per la collettività marchigiana a 75 MIL di euro e i cittadini di Falconara respirerebbero centinaia di tonnellate di polveri sottili in piu’.

Per Binci inoltre l’A.D. SALTORI e l’API fanno un autogol quando affermano che adotteranno nuove tecnologie sugli impianti esistenti per ridurre le emissioni, in quanto gia’ nel protocollo del 2003 con la Regione si erano impegnati ad adottare ogni nuova tecnologia man mano che si fosse resa disponibile, pertanto non si puo’ oggi negare un impegno già preso subordinandolo alla autorizzazione delle nuove centrali.

IL CONSIGLIERE REGIONALE SD
Massimo BINCI

venerdì 24 ottobre 2008

IL REFERENDUM SULLE CENTRALI API E' CONTROPRODUCENTE?

Ancora una volta il Partito Democratico di Falconara dimostra poca dimestichezza con la pratica partecipativa e cade per la seconda volta nell'errore di credersi autosufficiente.

In merito all'OdG presentato ieri dal PD per l'approvazione in Consiglio comunale del referendum consultivo sulle Centrali API, pur riconoscendone la legittimità, non posso che considerare questa iniziativa intempestiva se non addirittura dannosa.

Il PD sbaglia ad ignorare che in città da alcune settimane si è costituita una assemblea permanente, formata da cittadini falconaresi che giorno dopo giorno vede aumentare la partecipazione attiva.

Il PD sbaglia a lanciare tali iniziative, senza minimamente confrontarsi con i cittadini. Per arrivare al referendum bisognerebbe prima informare correttamente la cittadinanza e poi bisognerebbe cercare il maggior numero possibile di consenso.

Il Pd potrebbe invece autorevolmente e concretamente fare in modo che la Regione Marche si esprima al più presto contro le centrali api.

Questo referendum è una iniziativa autonoma di un partito che crede ancora di essere in grado di gestire le masse, ma forse non è più così.

Quindi il PD di Falconara scenda dal piedistallo di argilla su cui si trova, abbandonando l'atteggiamento autoreferenziale ed inizi con modestia a dialogare con gli altri (partiti e cittadini), è l'unico modo per essere credibili.

Claudio Paolinelli

giovedì 23 ottobre 2008

IL SINDACO E I LIBRI GRATUITI

COMUNICATO STAMPA

Apprendiamo dalla stampa (Il Messaggero 19/10/08) che la Giunta del Comune di Falconara M., in una decisione, di cui non si è trovata traccia sul sito, avrebbe modificato i criteri in base ai quali il Comune dovrebbe stilare un elenco da inviare alla Regione Marche per ricevere finanziamenti finalizzati alla fornitura gratuita o semi gratuita di libri di testo per le scuole. I criteri aggiuntivi a quello del reddito sarebbero riferiti al comportamento e al rendimento dell’alunno e all’interessamento delle famiglie. Ora, poiché la Deliberazione della Giunta regionale prevede il solo criterio del non superamento di una certa soglia dell’I.S.E.E., e i Comuni devono trasmettere gli elenchi di quanti hanno diritto in base a questo unico requisito, è evidente che l’operazione del Comune avrebbe come effetto economico un’ulteriore, nonché arbitraria, selezione e quindi una riduzione del finanziamento. Ma l’effetto principale sarebbe la negazione di un diritto riconosciuto da legge dello Stato e della Regione a famiglie che, con figli forse poco portati (ma qui si tratta anche di assolvimento dell’obbligo scolastico) e redditi da fame, dovrebbero essere piuttosto sostenute. Invece verrebbero espropriate anche di questo minimo aiuto. Sarebbe, questa, un’operazione alquanto iniqua e perfida. Non è escluso, benché improbabile, che qualcuno, magari collettivamente, potrebbe aprire un contenzioso con il Comune per avere soddisfazione, ma l’Amministrazione comunale, che ha dimostrato di venire volentieri a patti con i potenti, dei suoi cittadini più deboli non ha paura. Può mostrare i muscoli e anche, eventualmente, prenderli a schiaffi (metaforicamente).

Speriamo che la notizia sia priva di fondamento e aspettiamo la sdegnata smentita dell’Amministrazione comunale.

Se poi la Giunta confermerà l’atto, magari sostenendo tale bizzarria con motivi educativi ed etici (bisogna premiare il merito!) ci permettiamo sommessamente di rivelare un segreto. Esiste già un’Agenzia in possesso di competenza, vocazione, esperienza e capacità in grado di stimolare i ragazzi allo studio: si chiama Scuola e, almeno l’Assessore all’Istruzione, che di mestiere fa l’insegnante, dovrebbe averlo ben presente. Inoltre l’Amministrazione possiede un altro strumento, da affiancare alla Scuola, per sostenere e spronare le famiglie che, per i più diversi motivi, non riescono a seguire efficacemente i figli nello studio, ed è costituito dai Servizi Sociali. Riteniamo che questi possano produrre risultati migliori rispetto all’approccio punitivo (per i figli) ideato. Forse l’Assessore ai Servizi Sociali, che tanto impegno ha profuso negli anni in queste problematiche, potrebbe portare un po’ di riflessione in mezzo a tutto questo ruvido decisionismo da caserma.

Ci sarebbe un’altra possibilità per dimostrare che Sindaco e Giunta vogliono partecipare alla moralizzazione del Paese (e della nostra città) senza mollezze e senza guardare in faccia nessuno. Poiché la deliberazione della Giunta Regionale al punto 10 specifica che “gli enti erogatori (i Comuni) sono tenuti ad effettuare controlli sia a campione, sia in tutti i casi in cui vi siano fondati dubbi sulla veridicità delle dichiarazioni rese dal richiedente in autocertificazione”, il Comune avrebbe potuto concentrare gli sforzi su quest’aspetto. A Falconara ci si conosce un po’ tutti, per cui sarebbe facile istruire gli uffici delegati a raccogliere le istanze per fa si di individuare le dichiarazioni non congruenti con il tenore di vita reale delle famiglie (perche un indicatore ISEE non superiore a € 10.632,94 indica un reddito quasi da fame), e conseguentemente inviare con diligenza e sistematicità le dovute segnalazioni agli organi di controllo, contribuendo a contrastare i soliti furti dei ricchi a danno dei poveri. Dando poi ampia informazione alla cittadinanza sul numero dei controlli richiesti e sugli esiti, cioè l’eventuale recupero dell’evasione (salvaguardando la privacy!)

Di cose simili non se ne è sentito parlare. Nel nostro Paese c’è l’infausta diffusa convinzione che chi non paga le tasse e inoltre si fa anche dare dei sussidi con i soldi di chi le paga non sia un ladro, ma uno che sa stare al mondo. Ovviamente non sarà questo il modo di vedere della Giunta e del Sindaco, ma, siccome abbiamo riscontrato che il Sindaco e la Giunta, mettono volentieri in atto gesti dal forte impatto e valore simbolico per evidenziare i loro obiettivi e i risultati cui tendono, deduciamo dal silenzio su queste tematiche che la fedeltà e l’equità fiscale non ne facciano parte.

Sinistra democratica Falconara

martedì 21 ottobre 2008

IL SINDACO E I MANIFESTI

All’incontro dibattito di lunedì 13 ottobre svoltosi presso una gremita sala dell’Istituto Commerciale Serrani per parlare di Scuola, in cui era prevista la presenza dell’Assessore all’Istruzione del Comune di Falconara, al suo posto si è presentato il Sindaco, che non ha detto una parola sulla scuola, non ha nemmeno provato a dare un punto di vista (magari diverso) da chi protestava sul Decreto Gelmini. Non sapremo mai come la pensa, se ne ha un’idea, se l’ha letto. Non ha nemmeno espresso un’opinione sul ruolo che ritiene abbia la Scuola nella nostra società.

Però non si è limitato a stare ad ascoltare il dibattito. Ad inizio di serata ha preso la parola e ha chiarito che era lì per confutare notizie sul suo conto apparse sulla stampa e subito cavalcate dai maligni. Sarebbe stato riferito che, in occasione di un volantinaggio davanti alla Scuole per comunicare una iniziativa sulla riforma Gelmini, il Sindaco, dopo aver fatto rimuovere i volantini, sembra che li abbia rimossi personalmente e li avrebbe tolti di mano dai promotori. Il Signor Sindaco ha voluto specificare che lui non ha strappato manifesti e tolto di mano volantini, ma li ha fatto rimuovere all’interno della scuola, dagli spazi che non fossero le bacheche sindacali. Ora, a parte il fatto che, a quanto mi consta, la questione esposizione di materiale di carattere sindacale è esattamente rovesciata, e cioè: Alle organizzazioni sindacali deve essere garantito dal Dirigente scolastico un adeguato spazio per pubblicare informazioni di interesse sindacale, visibile da tutti i lavoratori, mi piacerebbe che il Signor Sindaco spiegasse da dove gli proviene l’autorità di disporre, all’interno delle Scuole, come, dove e cosa vada esposto. Il Signor Sindaco certamente sa che le Istituzioni scolastiche sono autonome (D.P.R. 8/03/1999 n. 275) e sono gestite da un Dirigente scolastico (D. Lgs. 06/03/1998), che assicura la gestione unitaria e ne ha la legale rappresentanza. Pertanto il Signor Sindaco, a meno che non sia stato delegato dal Dirigente scolastico, ha agito in base ad altre attribuzioni: potrebbe spiegarci da quale fonte normativa gli provengono, in modo da emancipare e rendere edotta la popolazione? Comunque l’ostilità contro espressioni di civile protesta verso provvedimenti non condivisi offre dell’Amministrazione un certo profilo, che certo non induce alla possibilità di mediazioni politiche, che perseguano la civile convivenza nel rispetto delle diverse opinioni e condizioni sociali.

Il Signor Sindaco potrebbe inoltre segnalare alla stampa i provvedimenti censori altrettanto severi che certamente avrà adottato per far rimuovere, farne pagare le spese e sanzionare gli affissori di manifesti deliranti che invocano LEGGI SPECIALI CONTRO L’IMMIGRAZIONE, questi si messi in ambiti di sua competenza (le piazze e le strade) al di fuori degli spazi destinati all’affissione e senza timbro del servizio comunale? Di questi provvedimenti sulla stampa faziosa e parziale non c’è traccia. I cittadini hanno diritto ad un’informazione corretta!
Antonio Crocetti

sabato 18 ottobre 2008

PIU' LA STAMPA E' LIBERA PIU' IL PAESE E' DEMOCRATICO

L'informazione di stampa e tv sta subendo una pericolosa regressione culturale in Italia. Le notizie sono manipolate, travisate, ignorate, a seconda delle convenienze e dei diktat da parte di lobby, poteri forti, o partiti politici.

Quando la libera ed imparziale informazione è a rischio, diventa a rischio tutto il sistema democratico.

In questi giorni, imponenti manifestazioni nazionali sono state ignorate dalla stampa nazionale o comunque minimizzate: il riferimento è alla manifestazione della sinistra del 11 ottobre scorso, che ha visto a Roma la presenza di alcune centinaia di migliaia di persone che protestavano contro il Governo Berlusconi. Oppure alle numerose quanto partecipate manifestazioni contro la distruzione della scuola pubblica. Iniziative che sottolineano il malessere diffuso che c'è in Italia. Manifestazioni ignorate o sminuite dai giornali e dalle televisioni.

Quanto sta avvenendo in campo nazionale, naturalmente si ripropone anche nella città di Falconara, alle prese con alcuni problemi sui quali la gente vorrebbe dire come la pensa. E infatti le persone si stanno organizzando, per esempio per protestare contro la costruzione delle mega centrali API.

Si è dato vita all'assemblea permanente, luogo di riflessioni, approfondimenti e laboratorio di idee che arrivano da comuni persone. Lo sforzo organizzativo è enorme anche perchè dall'altra parte c'è una amministrazione comunale che fa di tutto per evitare il confronto e la partecipazione, e soprattutto c'è una azienda con risorse economiche tali da condizionare a sua favore la corretta informazione.

Gli organi di stampa sul tema delle centrali, soprattutto negli ultimi tempi non stanno facendo un buon servizio ai loro lettori/telespettatori, appiattiti come sono sulla posizione della raffineria.

Un paio di esempi: giorni fa l'emittente televisiva E'tv in una trasmissione intitolata Punti di vista, ha invitato il sindaco Brandoni e un dirigente Api per parlare proprio delle centrali. Non c'è stato contradditorio, in un ora e mezzo il telespettatore ha ascoltato le affermazioni degli ospiti (molte inesatte o false) senza avere la possibilità di intervenire, considerando che la trasmissione non prevedeva interventi esterni. Mi domando quando l'emittente E'tv organizzerà un'altra trasmissione per dare voce anche a chi è contrario.

Un altro esempio: ieri a Falconara c'è stata una manifestazione per le vie della città contro le centrali, hanno partecipato alcune centinaia di persone, donne bambini, studenti che pacificamente e con grande responsabilità si sono ritrovate davanti alla stazione ferroviaria. Oggi il Corriere Adriatico dedica un trafiletto di poche parole dove però vengono dette due cose inesatte che tendono a mettere in cattiva luce il movimento, ovvero che 250 persone hanno creato disagi al traffico perchè non vogliono che la Regione modifichi il Pear. Punto primo non c'è stato alcun disagio per chicchessia, il traffico è stato regolare, solo leggermente rallentato dalle molte persone a ridosso della strada, come in una normale giornata affollata; punto secondo la gente non stava lì per non modificare il Pear, ma molto più concretamente perché non vuole nuove centrali ritenute inutili e dannose per Falconara che già sopporta un carico di infrastrutture e quindi di inquinamento enorme.

Ignorare o travisare le notizie non è da Paese Democratico. Ognuno di noi, giornalisti compresi dovrebbe lottare e chiedere con forza una informazione libera ed imparziale. Più la stampa è libera più un Paese è democratico.

Per rendersi conto che la Stampa in Italia non vive un buon momento lo si evince da una classifica mondiale sulla libertà di stampa di "Reporter Sans Frontières". Non so a che data precisa si riferisce, comunque L'Italia è posizionata al 40° posta dopo Cile e Corea del Sud.

Ecco la nota:

Reporter sens frontière (Rsf) ha pubblicato la prima classifica mondiale della libertà di stampa e non sono mancate le sorprese. Innanzitutto va rilevato che, pluralismo e libertà nella diffusione delle notizie non sono una prerogativa dei paesi più ricchi e sviluppati. Basti pensare che il Costa Rica precede in classifica gli Stati Uniti e diverse nazioni europee. L'Italia, a causa dell'irrisolto conflitto di interessi del presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, si piazza al quarantesimo posto, superata da paesi latinoamericani come Ecuador, Uruguay, Paraguay, Cile ed El Salvador, oltre che da Stati africani come Benin, Sudafrica e Namibia. La maglia nera dei peggiori del gruppo spetta a tre nazioni asiatiche: Corea del Nord, Cina e Myanmar. In fondo alla classifica figurano anche la maggior parte dei paesi arabi, a partire da Libia, Tunisia e Iraq, dove è semplicemente impensabile che un giornale o una testata radiotelevisiva possa criticare il capo dello Stato o l'operato del governo. R.s.f. assegna invece buoni voti ad alcune realtà africane come Benin, Sudafrica, Mali, Namibia e Senegal, tutte collocate nelle prime cinquanta posizioni e in condizione di vantare una reale libertà di stampa. I peggiori nell'Africa nera risultano essere Eritrea (132ma), Zimbawe (123mo), Guinea Equatoriale (117ma), Mauritania (115ma) e dal 109mo al 105mo posto, Liberia, Rwanda, Etiopia e Sudan. (Reporters sens frontiéres).

venerdì 17 ottobre 2008

MANIFESTAZIONE PER SALVARE LA SCUOLA

FIACCOLATA UNITARIA A DIFESA DELLA SCUOLA PUBBLICA
SABATO 18 OTTOBRE 2008
ORE 17.30
ANCONA IN CORTEO
PARTENZA DAL PASSETTO
FINO A PIAZZA CAVOUR
partecipate numerosi

lunedì 6 ottobre 2008

VICENZA HA DECISO

Vai al sito nodalmolin.it per leggere la cronaca e i risultati della giornata di consultazione popolare del 5 ottobre

domenica 5 ottobre 2008

SIAMO TUTTI VICENTINI


VICENZA - REFERENDUM DAL MOLIN VOTATE ONLINE ANCHE VOI NEL RESTO DELL'ITALIA E ALL'ESTERO

Mercoledì 1° ottobre dodicimila persone hanno riempito piazza dei Signori: una manifestazione senza precedenti per Vicenza, convocata alle 15.00 del pomeriggio, attraverso gli sms, per rispondere alla sentenza del Consiglio di Stato che ha annullato la consultazione popolare prevista per domenica prossima. Vicenza, dunque, non si arrende all'imposizione. E domenica 5 ottobre la consultazione si fa lo stesso. Pochi giorni fa abbiamo diffuso un appello (leggi l'appello all'indirizzo
http://www.nodalmolin.it/notizie/notizie_246.html
ricordando che la consultazione popolare sul Dal Molin a Vicenza non riguarda solo la nostra città e tutti hanno diritto di partecipare. Per questo, da oggi è possibile votare online e invitiamo tutti i non vicentini, italiani o stranieri, esclusi dalla consultazione cittadina, a esprimere la propria contrarietà alla nuova base Usa votando SI. Votate all'indirizzo
http://www.nodalmolin.it/consultazione/consultazione.php Dopo aver votato, vi saremmo molto grati se mandaste un'email a
info@nodalmolin.it indicando dove abitate, così da consentirci di sapere da dove arrivano i voti raccolti. Grazie a tutti per la vostra partecipazione e il vostro sostegno. Il Presidio Permanente No Dal Molin