Gentile sindaco mi chiede quale potrà essere il mio impegno per la città di Falconara.
La mia risposta è alquanto semplice quanto chiara. Il mio impegno sarà in perfetta sintonia con quello dei cittadini falconaresi che riuniti in associazioni e comitati in questi anni non si sono fermati solo a denunciare la pericolosità della presenza della Raffineria Api che ha fatto di tutta l’area la seconda in Italia per pericolosità (seconda solo a Gela), ma hanno delineato la possibilità di puntare su una riconversione di tutta l’area.
Un progetto che non necessariamente si contrappone all’attuale proprietà della raffineria visto che la stessa in altre zone della nostra regione, vedi Tolentino, ha decisamente virato verso le energie rinnovabili. Dunque si tratta di mettere mano ad un grande piano di risanamento che coniughi il sacrosanto diritto dei cittadini a vivere in un ambiente sano, evitando che li si esponga a rischi pericolosissimi per la loro salute, come dimostra la recente indagine epidemiologica condotta dall’Arpam che, seppur parziale e non esauriente denota una presenza allarmante di casi di tumore, con l’altro fondamentale diritto all’occupazione, una buona occupazione. Non si possono fare, caro sindaco, patti sopra la testa dei cittadini.
Quindi posso condividere la richiesta che i proventi relativi all’accise sul petrolio non vadano solamente a Roma e in Regione, ma una parte venga dirottata verso il Comune di Falconara, ma deve essere chiaro che queste risorse devono essere utilizzate per i necessari interventi di mitigazione della nocività ambientale, e soprattutto non possono essere il motivo per giustificare una presenza, come quella della raffineria, assolutamente negativa.
Di conseguenza riterrei sbagliato barattare i disagi e i rischi per la popolazione con le compensazioni di carattere economico, magari per risanare il bilancio comunale scambiando la salute della comunità con l’accise proveniente dalla vendita del petrolio.
Si può puntare sullo sviluppo senza per questo continuare a proporre un modello industriale oggi, come Le è noto, irreversibilmente in crisi. Del resto ormai autorevoli studi stanno a dimostrare come il petrolio non possa essere il futuro per quanto riguarda l’energia e molti paesi europei, Germania in testa, si stanno da tempo indirizzando verso le rinnovabili. Anche nella nostra regione, seppur faticosamente, l’orientamento va nella stessa direzione, come indicato dal Pear. Ecco perché non pensare a Falconara come uno dei futuri distretti delle energie rinnovabili?
Economia verde, turismo sostenibile potrebbero essere l’alternativa di fronte alla crisi che stiamo vivendo. Del resto proprio nell’area della Vallesina ormai ci sono diverse imprese che stanno puntando sulla cosiddetta green economy
Mi auguro che anche Lei ne convenga.
Cordiali saluti
Massimo Rossi
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